CSR MAGAZINE
1 Dicembre 2021
Transizione energetica – Net to zero entro il 2050
Al giorno d’oggi, il settore energetico genera circa il 75% delle emissioni di gas serra su scala mondiale. È, quindi, chiaro come sia fondamentale partire da lì per ridurre sensibilmente il nostro impatto sul clima e sull’ambiente.
La strada verso l’impatto zero
Nella recente Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26), tenutasi a Glasgow tra fine ottobre e inizio novembre 2021, l’Agenzia internazionale per l’Energia (IEA) ha presentato il rapporto Net to Zero by 2050: a Roadmap for the Global Energy Sector, un percorso pensato per indirizzare le scelte politiche, ma che è anche il primo studio a livello globale capace di fornire un quadro concreto su come raggiungere entro il 2050 un sistema energetico capace di azzerare le proprie emissioni.
Ma non solo, infatti, nel rapporto dell’IEA, oltre ai metodi per cancellare le emissioni, sono contenute le linee guida per giungere a un sistema che consenta una forte crescita economica attraverso forniture energetiche stabili ed economiche, garantite da un accesso universale all’energia.
Il quadro riferito all’oggi tratteggiato dall’IEA è critico e allarmante. Infatti, anche adottando tutte le misure e gli impegni presi fino a oggi, secondo l’Agenzia sarà impossibile giungere a un impatto zero entro il 2050 e limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C. Anzi, di questo passo, in quella data avremmo ancora 22 miliardi di tonnellate di CO2 immesse nell’atmosfera ogni anno e, da lì a cinquant’anni, la temperatura salirebbe di ben 2,1°C.
Investimenti e cooperazione
Che cosa fare? Il suggerimento dell’IEA è quello di correre subito ai ripari e affrontare fin d’ora un percorso in salita, arduo, ma che ha al suo culmine ancora una flebile possibilità di riuscita. La strada è in salita e occorre fare in fretta, passando attraverso una “trasformazione senza precedenti nel modo in cui l’energia viene prodotta, trasportata e utilizzata a livello globale”. Una trasformazione che punti a un’economia energetica 100% pulita, non trainata dai combustibili fossili, ma da fonti rinnovabili come l’eolico e il solare.
Ovviamente, il percorso tracciato dall’IEA comporta investimenti importanti sull’energia pulita, ma anche politiche forti e una cooperazione internazionale realmente condivisa. Attraverso queste azioni, si produrrebbero milioni di nuovi posti di lavoro nell’energia pulita, ma anche nei settori dell’ingegneria, della produzione e delle costruzioni e si favorirebbe la crescita economica a livello globale.
Un percorso di oltre 400 tappe
Sono oltre 400 le tappe fondamentali delineate dall’IEA per questo percorso verso l’impatto zero del settore energetico. Occorrerà azzerare gli investimenti sui combustibili fossili e concentrarsi sulle energie rinnovabili, ma anche vietare la vendita e la produzione di auto a combustione entro il 2035 e il raggiungimento entro il 2040 delle zero emissioni di CO2 del settore elettrico globale. Questi sono solo alcuni esempi, ma anche con azioni “personalizzate” da parte dei governi, nel 2050 si potrà arrivare a un mondo dell’energia completamente trasformato.
Secondo il piano dell’IEA, avremo quasi il 90% della produzione di elettricità rinnovabile, con circa il 70% fornito dall’esponenziale crescita dell’eolico (undici volte più importante rispetto a oggi) e del fotovoltaico (20 volte in più), mentre il resto sarà in gran misura generato dal nucleare. E i combustibili fossili? Verranno utilizzati nella produzione di materiali e beni che li contengono, come le plastiche e in quei settori che non hanno ancora un’alternativa a basse emissioni.
Sviluppo continuo e costante
Entro il 2050, l’IEA conta di poter giovare dei benefici derivati da innovative tecnologie che, al giorno d’oggi sono ancora in fase di studio o prototipi, ma che al momento opportuno saranno in grado di supportare il percorso verso l’impatto zero. Ecco perché, un’ulteriore spinta deve arrivare dalle amministrazioni e dai governi, che devono riprendere rapidamente a investire in modo consistente in ricerca e sviluppo.
Tutti dovranno però fare la propria parte e anche le industrie devono agire, investire e crescere perseguendo i principi dettati dal report dell’IEA. Fondamentale sarà l’apporto dei semplici cittadini. L’Agenzia stima, infatti, che ben il 55% delle riduzioni delle emissioni saranno favorite dalle scelte consapevoli nel privato. Dal semplice modo di spostarsi, alla possibilità di dotare le proprie abitazioni di impianti a emissioni zero, c’è davvero bisogno di tutti per completare la transizione energetica.