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Si aprono le consultazioni sugli Exposure Drafts degli ESRS: verso standard più semplici e chiari

Il 31 luglio 2025 l’EFRAG ha pubblicato le nuove bozze degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), avviando una consultazione pubblica che resterà aperta fino al 29 settembre 2025. Le proposte, frutto del piano di revisione avviato a inizio anno, puntano a semplificare e rendere più accessibile la rendicontazione di sostenibilità richiesta dalla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).

Una volta raccolti i commenti, l’EFRAG trasmetterà il proprio parere tecnico finale alla Commissione europea entro il 30 novembre 2025. I nuovi standard andranno poi a sostituire quelli in vigore da luglio 2023.

Perché una revisione?

Gli standard originali erano stati criticati perché troppo lunghi e complessi: migliaia di datapoint obbligatori, costi di compliance elevati e rischio di un reporting più formale che sostanziale. Pur nati con l’obiettivo di garantire completezza e trasparenza, molti stakeholder avevano segnalato che il carico informativo superava il beneficio per imprese e investitori.

Le bozze oggi in consultazione segnano una svolta verso la semplificazione:

  • Riduzione dei datapoint: i requisiti obbligatori sono stati tagliati del 57%, il totale (obbligatori + volontari) cala del 68% e la lunghezza complessiva degli standard si riduce di oltre la metà.
  • Chiarezza strutturale: le Disclosure Requirements (DRs) obbligatorie restano nel corpo principale; subito sotto, in box dedicati, si trovano le Application Requirements (ARs) con indicazioni metodologiche; la Non-Mandatory Illustrative Guidance (NMIG) è invece raccolta in un documento separato.
  • Maggiore coerenza internazionale: l’impostazione è stata rivista per allinearsi agli standard globali e rendere più facile il lavoro delle multinazionali.

Cambiamenti nelle diverse aree

Le semplificazioni toccano tutte le categorie di standard:

  • Cross-cutting: il concetto di doppia materialità viene chiarito, con terminologia più precisa e collegamenti più diretti tra impatti, rischi e opportunità. L’assenza di politiche o target per la gestione di impatti, rischi e opportunità di sostenibilità potrà essere indicata con una spunta in tabella, accompagnata – se rilevante – da una motivazione sintetica.
  • Ambientali: nel Climate Change compaiono nuove regole su emissioni Scope 1 e 2 e un requisito specifico sui progetti di rimozione di CO₂ e carbon credits. Novità anche su microplastiche, definizioni di stress idrico, informazioni site-specific sulla biodiversità e materiali critici ed economia circolare.
  • Sociali: restano obblighi su temi cruciali come salari adeguati e forza lavoro non UE, ma con testi più snelli e guida contestuale trasferita nel documento NMIG. Migliore allineamento con i framework ONU in materia di diritti umani.
  • Governance: disclosure più ordinate per politiche, azioni e metriche, con conferma degli obblighi su lobbying e influenza politica.

Il ruolo dell’Italia

Anche in Italia il dibattito è acceso. L’Organismo Italiano di Contabilità (OIC), presente negli organi EFRAG, ha già segnalato la necessità di ulteriori riflessioni, in particolare sull’introduzione del principio di fair presentation e sulla gestione della doppia materialità.
Il Presidente del Comitato per gli Standard di Sostenibilità dell’OIC ha sottolineato come i nuovi standard siano “un passaggio cruciale che richiede valutazioni serie e meditate da parte di tutta la comunità economica e finanziaria”.

 

Il percorso intrapreso dall’EFRAG sembra andare nella direzione auspicata dalle imprese: meno oneri burocratici, più chiarezza e maggiore utilità informativa. La sfida ora è trovare un equilibrio tra completezza del reporting e praticabilità, evitando sia il rischio di eccesso di semplificazione, sia quello di ritorno a una disclosure troppo onerosa.

La consultazione aperta fino a fine settembre rappresenta quindi un’occasione fondamentale per influenzare il futuro della rendicontazione di sostenibilità in Europa.

kore

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