CSR MAGAZINE

RAEE e il mercato dei ricondizionati

I RAEE possono diventare una risorsa sostenibile importante, verso un’economia sempre più circolare. In questo processo, il mercato dei ricondizionati sarà una leva fondamentale verso il cambiamento.

RAEE, alla ricerca di risposte sostenibili

La sigla RAEE indica i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Negli ultimi anni, il loro smaltimento ha assunto le sembianze di una problematica sempre più seria e centrale nel dibattito internazionale e comunitario. Trovare le risposte per rendere più sostenibile questa tematica non è facile, ma un aiuto può arrivare da un’impostazione del mercato e dell’economia in ottica circolare e consapevole.

Infatti, dai RAEE è possibile recuperare risorse e materiali importanti per alimentare l’industria e abbattere gli sprechi e i costi di produzione e delle materie prime. Quando, per esempio, si rompe un televisore, gran parte delle componenti possono trovare nuova vita in un nuovo apparecchio. Lo stesso vale per lavastoviglie ed elettrodomestici in generale, ma anche per computer, tablet e smartphone.

Stando ai dati raccolti dal Centro di Coordinamento RAEE, la raccolta dei RAEE in Italia è in crescita, con +5,31% di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche avviate a corretto smaltimento rispetto al 2020 e volumi in crescita per l’ottavo anno consecutivo. La strada per giungere al 65% indicato dall’UE come obiettivo per il recupero e il riciclaggio di questo tipo di rifiuti è, però, ancora lunga. Per toccare questo risultato servirà il supporto di tutti gli attori della filiera: dai produttori ai consumatori, dalle istituzioni ai maggiori attori del mercato.

Verso una filiera circolare

Tra le misure da adottare, ci si dovrà certamente muovere verso la creazione di una filiera maggiormente circolare e sostenibile, che permetta di riciclare i RAEE in modo più sicuro, efficiente ed efficace, anche attraverso la costruzione di nuovi impianti e stabilimenti di trattamento, recupero e riciclo. Al tempo stesso, gli EPR (regimi di responsabilità estesa del produttore) previsti dalla direttiva UE 2018/851 possono assicurare un utilizzo più efficiente, consapevole e razionale delle risorse attraverso il coinvolgimento di tutti i professionisti del settore che si occupino di sviluppo, produzione, trasformazione e vendita dei prodotti elettronici.

In tal senso, la questione relativa al mercato dei ricondizionati (refurbished) può segnare una svolta nella concezione e nel modo di utilizzo dei prodotti elettronici. L’esempio più banale è quello degli smartphone, ma il concetto di riutilizzo più essere esteso a praticamente ogni prodotto. Anche perché, spesso, quando un apparecchio viene “abbandonato” da chi lo reputa obsoleto, riesce a trovare ancora mercato tra gli utenti che li reputano ottime alternative o a cui, magari, non interessa possedere l’ultimo modello sul mercato.

L’acquisto di prodotti ricondizionati non è, però, ancora entrato pienamente nella concezione di molti, tra consumatori e aziende. Stando ai dati del Global e-waste monitor 2020, infatti, l’attuale impostazione porterà entro il 2030 a oltre 74 milioni di tonnellate di RAEE da smaltire. E, con “attuale impostazione”, facciamo riferimento a un mercato basato sulla cosiddetta elettronica di consumo, intenta a immettere senza sosta sul mercato nuovi modelli e prodotti e che incontra la complicità di clienti pronti a fare di tutto pur di restare al passo con le novità.

Cambio di impostazione e prospettiva

Il cambiamento è però stato avviato e le grandi aziende ne hanno colto le possibilità, offrendo possibilità di acquistare prodotti refurbished ai loro clienti, per un mercato dal potenziale enorme, capace di muovere qualcosa come svariate decine di miliardi di euro. Il cambiamento è, però, impensabile senza l’apporto dei consumatori, che oltre a risparmiare anche più del 60% sul prezzo di listino per un prodotto perfettamente funzionante, scegliendo il ricondizionato riducono l’impatto sull’ambiente, le emissioni di CO2 e la produzione di RAEE. Inoltre, la qualità e l’affidabilità dei prodotti ricondizionati non ammette molti dubbi, perché un device ricondizionato passa attraverso una mezza infinità di test e revisione, ordinaria e straordinaria.

Insomma, non si tratta di un semplice processo di riparazione, ma di una vera e propria messa a nuovo che permette a privati e aziende di avere accesso alla migliore tecnologia a costi contenuti e con la sicurezza di ritrovarsi un prodotto sicuramente funzionate, coperto da garanzia e, in molti casi, da un servizio di assistenza dedicato. La pandemia, con la necessità condivisa da tutti di lavorare da remoto, ha accelerato l’accesso ai prodotti ricondizionati, ma il cambiamento necessita del supporto di tutti per uscire dalla sua fase preliminare e assumere i contorni della normalità.

kore

Nuova bozza Testo Unico FER: più vincoli e critiche dal settore

Leggi l'articolo

PMI e Finanza Sostenibile: crescita di interesse e consapevolezza

Leggi l'articolo

ISCRIVITI ALLA MAILING LIST
DEL NOSTRO MAGAZINE

per restare sempre aggiornato sui temi della CSR

Indirizzo Email(Obbligatorio)
Consenso(Obbligatorio)