CSR MAGAZINE
18 Maggio 2022
Fattori interni e contesto istituzionale come spinta alle imprese per integrare i principi di economia circolare
Abbracciare e integrare i principi di economia circolare nel proprio modello di business è sempre più importante e presenta numerosi vantaggi per l’impresa.
Ancora troppe realtà, però, faticano a comprendere l’importanza di questo cambiamento e a dare il via a pratiche sostenibili. Ecco perché la spinta delle istituzioni, ma anche alcuni fattori interni e l’influenza positiva del mercato e degli stakeholder, possono rivelarsi fondamentali per segnare una svolta necessaria e consapevole di sostenibilità e futuro. Lavorando per raggiungere l’azzeramento dei rifiuti e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse, l’economia circolare punta a rispondere in modo concreto alla necessità di azzerare gli sprechi, produrre, consumare in modo sempre più sostenibile, ampliando il ciclo di vita delle risorse.
Possibilità e attitudine
I fattori che influenzano le scelte sostenibili delle imprese riguardano aspetti di competitività, solidi valori, interesse dei manager e il ruolo di istituzioni e stakeholder, ma molto fa anche la capacità di comunicare la sostenibilità. Partendo dalle spinte interne, le realtà aziendali possono operare secondo principi sostenibili di economia circolare per puntare a migliorare il proprio posizionamento strategico e incrementare la produttività.
Attraverso l’economia circolare, inoltre, le aziende possono operare ottimizzando costi e risorse. Il fine ultimo è quello di produrre di più utilizzando meno, con un impiego efficiente di risorse e materiali e conseguente abbattimento dei costi. Un incentivo non da poco, che spinge molte realtà a modificare il proprio modello di business e a prestare maggiore attenzione alla propria supply chain, riducendo i rischi.
In tutto ciò, è notevole la spinta derivata dall’inclinazione e dalla sensibilità morale della classe dirigenziale dell’azienda. Dall’attenzione dei manager verso ambiente e aspetti sociali, infatti, è più facile veder germogliare imprese pronte a crescere facendosi guidare dai principi della sostenibilità e dell’economia circolare.
Ruolo delle istituzioni verso un’azienda circolare
Dal lato istituzionale, l’influenza alle aziende può tratteggiare due diversi scenari. Da un lato, con pressioni e costrizioni che obbligano a perseguire e adattare la propria visione a normative accorte, dall’altro con modalità inclusive, come possono essere linee guida e suggerimenti, che portino a ragionare e a un confronto su temi sensibili come l’ambiente e il sociale.
Nel contesto attuale, un ruolo ovviamente centrale lo gioca l’Unione europea, che da anni opera su modalità e percorsi di innovazione, ricerca e investimento per incoraggiare e portare l’Europa a seguire un modello di economia realmente circolare. Tra le iniziative più importanti a livello comunitario, il Green Deal europeo rappresenta il punto di riferimento per le imprese.
Iniziative europee
Presentato a fine 2019, il Green Deal punta a ridurre le emissioni di gas serra e a contrastare il cambiamento climatico per un’Europa carbon neutral entro il 2050. Il tutto, senza intaccare la competitività delle aziende europee, ma anzi preservandola e proiettandola verso il futuro, con un approccio che fin da oggi le permette di veder crescere il suo appeal sul mercato e sugli investitori.
In piena pandemia da Covid-19, nel 2020, l’UE ha pubblicato il cosiddetto Next Generation EU, un insieme di misure per affrontare l’emergenza e sostenere la ripresa economica negli Stati membri, che pone la transizione green come priorità strategica e mette in campo una gran quantità di risorse economiche. A febbraio 2021 è arrivata, invece, la risoluzione del Parlamento europeo che, anche grazie ai Piani nazionali di ripresa e resilienza messi in atto da ogni Stato comunitario, punta a un’economia sempre più circolare e ad azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2050.
Consumatori pubblici e Stakeholder secondari
Restando in ambito istituzionale, i consumatori pubblici giocano un ruolo di primo piano nel processo di transizione verso l’economia circolare. Attraverso le proprie scelte, guidate dal processo di acquisto denominato Circular Procurement, infatti, possono influenzare e orientare con decisione la domanda di alcuni prodotti, servizi e prestazioni.
In questo modo, si stimolano le imprese e si trainano mercato e investitori verso il cambiamento. E non parliamo di decisioni prese tenendo conto solo del prodotto finale, ma di scelte che hanno ben presente e analizzano l’intera filiera produttiva, così da minimizzare l’impatto ambientale negativo e la produzione di rifiuti lungo l’intero ciclo di vita.
Infine, non bisogna sottovalutare l’influenza che gli stakeholder secondari (sindacati, associazioni di categoria, ong e comunità locali) possono avere sull’azienda. Attraverso iniziative di informazione, sensibilizzazione e divulgazione di conoscenza e valori, infatti, formano e spingono la classe dirigente e i lavoratori a una maggiore presa di coscienza sui problemi, orientando le scelte e incanalando le decisioni verso una visione più consapevole, accorta, sostenibile e circolare.