CSR MAGAZINE
20 Novembre 2024
Nuova bozza Testo Unico FER: più vincoli e critiche dal settore
Il Consiglio dei Ministri ha approvato una nuova bozza del Testo Unico FER, il decreto legislativo che regola i regimi amministrativi per gli impianti di energia da fonti rinnovabili. Tuttavia, gli operatori del settore delle energie rinnovabili hanno espresso pareri negativi, sostenendo che questa nuova versione del testo non semplifica il processo, ma anzi lo complica, introducendo ulteriori vincoli e barriere. Questo, secondo loro, crea un grave e inutile aggravio dell’iter autorizzativo.
La prima versione del Testo Unico FER, licenziata il 27 maggio, ha lo scopo di definire i regimi amministrativi per la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia rinnovabile e dei sistemi di accumulo, oltre a coprire interventi di modifica, potenziamento e rifacimento degli impianti e delle opere di connessione correlate. La finalità del Testo Unico FER è quella di raggruppare e semplificare tutte le normative che regolano l’impiego delle energie rinnovabili, distinguendo tra interventi che ricadono sotto attività libera, procedura abilitativa semplificata (PAS) o autorizzazione unica.
Le novità introdotte nell’ultima versione del testo sono fonte di preoccupazione per gli operatori del settore. Tra queste, uno degli aspetti più criticati è l’obbligo di ottenere un titolo edilizio anche per interventi che, secondo la normativa precedente, avrebbero potuto essere realizzati nell’ambito dell’edilizia libera.
Un ulteriore vincolo è l’obbligo di ottenere pareri dalle Soprintendenze anche per interventi di rifacimento e potenziamento di impianti situati in aree con vincoli paesaggistici, nonostante questi abbiano già ottenuto le necessarie autorizzazioni. Tali requisiti, secondo le associazioni di categoria, aumentano inutilmente i costi e le complessità burocratiche.
L’approccio seguito dal decreto e dalla nuova bozza normativa, anziché facilitare il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), sembra contraddire le direttive europee RED II e RED III, complicando ulteriormente il quadro normativo e rischiando di bloccare l’ammodernamento degli impianti esistenti. Questo potrebbe esporre l’Italia a sanzioni europee e danneggiare la sua credibilità internazionale.
Tra le modifiche introdotte, l’articolo 3 prevede un decreto per individuare i casi in cui si possono derogare alle disposizioni della direttiva RED II, mentre l’articolo 7 richiede la procedura abilitativa semplificata (PAS) per interventi su impianti situati su beni tutelati, in aree naturali protette e nei siti Natura 2000. Inoltre, vengono allungati i tempi a disposizione dei comuni e delle amministrazioni per opporsi a questi interventi, come specificato negli articoli 8 e 9.
Infine, l’articolo 11 introduce sanzioni amministrative fino a 150.000 euro per la costruzione o gestione di impianti senza la necessaria autorizzazione unica.