CSR MAGAZINE
6 Giugno 2024
Normativa ESPR: verso un’economia più circolare
Il Parlamento europeo ha approvato l’Ecodesign for Sustainable Regulation (ESPR) con l’obiettivo di cambiare rotta in direzione di un’economia sempre più sostenibile e circolare.
La norma fu proposta nel marzo 2022, nell’ambito della nuova Strategia Tessile, per sostituire la direttiva sull’ecodesign in vigore (2009/125/CE). Dopo il voto risalente a luglio 2023, alla fine del mese di aprile 2024 si è svolta la votazione finale nell’ultima plenaria della legislatura 2019-2024.
Il Parlamento europeo ha approvato il testo del regolamento che imporrà – a partire dal 2030 – la progettazione eco-compatibile dei capi e dei prodotti sul mercato europeo, introdurrà il passaporto digitale e impedirà la distruzione dell’invenduto.
Al centro la filiera tessile, ma non solo.
Saranno molti i settori coinvolti in tale cambiamento.
L’ESPR vuole contrastare l’obsolescenza programmata e stabilisce nuovi requisiti per rendere i prodotti più durevoli, riparabili, riutilizzabili, rinnovabili e riciclabili.
Il regolamento punta a rivoluzionare l’approccio alla produzione, imponendo alle imprese una serie di modifiche rilevanti nella loro attività: dalla progettazione al fine vita. Sembra essere ufficialmente giunto il momento di interrompere l’abitudine del modello “crea, utilizza, elimina” e di aprire la strada ad una nuova era, in cui ogni prodotto sarà realizzato in modo più sostenibile e in cui i consumatori potranno risparmiare, riparare e fare scelte ambientali intelligenti e responsabili.
I produttori devono iniziare ad assumersi la responsabilità dei loro prodotti lungo la catena del valore, anche quando diventano rifiuti.
Regolamento Ecodesign
Il Regolamento Ecodesign prevede una prospettiva a medio termine per l’adeguamento ai nuovi requisiti: il 2030. La priorità è stata attribuita ad alcuni settori, tra cui ferro, acciaio, alluminio e tessile.
Fin dall’inizio, i prodotti dovranno essere progettati perché siano facili da riparare e riciclare, così da impedire lo smaltimento incontrollato delle produzioni, che è dannoso per il pianeta, la salute e l’economia.
L’ESPR prevede inoltre la dotazione di un passaporto digitale (DPP) che identifichi ogni prodotto, ne tracci le componenti e la filiera. Questo permette al consumatore di reperire informazioni utili per il mantenimento del prodotto e per l’eventuale riparazione o riciclo, ma soprattutto di conoscere l’impatto ambientale dei propri acquisti, così da consentire scelte più consapevoli.
La normativa faciliterà agli organismi competenti il lavoro normativo, consentirà maggiori capacità di supervisione sul mercato e norme più precise per gli operatori economici della catena di approvvigionamento.