CSR MAGAZINE

L’Europa e le norme per la circolarità e lo sviluppo sostenibile

L’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), nel suo rapporto “Accelerare l’economia circolare in Europa: stato e prospettive 2024”, richiede un’iniziativa decisiva per limitare i rifiuti, diminuire l’uso di risorse, migliorare i tassi di riciclaggio e favorire l’introduzione di prodotti pensati e progettati fin dall’inizio con un design circolare.

L’Europa deve spingere sull’acceleratore e adottare politiche più incisive se vuole raggiungere gli obiettivi prefissati in tema di economia circolare, che al momento sembrano essere molto lontani, considerando che il tasso di recupero non ha registrato incrementi rilevanti negli ultimi anni.

L’Europa consuma una percentuale maggiore di materiali riciclati rispetto ad altre zone del mondo, ma i numeri dimostrano che la sua dipendenza dalle risorse naturali continua ad essere elevata.

Rispetto al passato, si sta verificando una tendenza a diminuire il consumo di risorse ma i progressi sembrano essere troppo rallentati.

L’UE vuole cogliere la sfida della sostenibilità come un’opportunità per prosperare in un’economia circolare e promuovere un modello di crescita rigenerativa.
La Commissione Europea ha varato una serie di pacchetti di misure mirate ad accelerare la transizione verso un’economia più sostenibile e circolare.
Molte normative riguardanti la circolarità sono relativamente recenti, ma il problema è rappresentato dal fatto che altre non sono ancora state attuate.
Inoltre, va considerato che l’effetto di tali misure, quando adottate, richiede tempo per poter generare cambiamenti nei modelli di business, di consumo e di utilizzo delle risorse.

Il conseguimento dell’obiettivo climatico Net Zero dell’UE entro il 2050 richiede azioni in tutti i settori economici e – per ottenerlo – i Paesi hanno la possibilità di adottare politiche che favoriscano la transizione. Integrare azioni di economia circolare e di riduzione delle emissioni dei rifiuti rappresenta un’operazione necessaria per mitigare i cambiamenti climatici. Inoltre, la consulenza con esperti, un sistema nazionale trasparente e coordinato, l’elaborazione di un modello da seguire e il monitoraggio dello stato di avanzamento sulle politiche adottate rappresentano fasi imprescindibili per il raggiungimento degli obiettivi.

Secondo uno studio dell’Agenzia europea dell’ambiente, il riciclo, la riparazione, il riutilizzo e la riduzione del consumo di materiali grazie a modelli di business circolari, possono condurre a consistenti riduzioni delle emissioni di gas serra, contribuendo a rafforzare gli sforzi dell’Europa per ridurre i cambiamenti climatici.
L’EEA spiega che le emissioni di gas serra del settore dei rifiuti nei Paesi europei sono diminuite del 42% dal 1990 e si prevede che continueranno a diminuire, stimando una riduzione del 68% entro il 2050.

Da anni l’Unione Europea è impegnata a sviluppare una strategia per lo sviluppo sostenibile e vuole diventare il primo continente climate-neutral entro il 2050.
All’interno della strategia, viene dato ampio spazio all’economia circolare.
Infatti, nel 2020 è stato approvato il Circular Economy Action Plan, un insieme di riforme con l’obiettivo di trasformare il modo di produrre e consumare da un approccio lineare a uno circolare. Tutto ciò sostiene le ambizioni dell’UE in materia di economia circolare e neutralità climatica nell’ambito del Green Deal europeo, per il quale l’UE si impegna a raddoppiare gli sforzi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Nel gennaio 2024 gli eurodeputati hanno approvato il divieto di greenwashing e fornito maggiori informazioni sulla durabilità dei prodotti. Nel marzo il Parlamento ha adottato un sistema di verifica delle dichiarazioni ambientali delle imprese e nell’aprile 2024 ha approvato l’istituzione di un sistema di certificazione a livello UE per la rimozione del carbonio.

Per realizzare un’economia circolare completa, è fondamentale integrare la circolarità e la sostenibilità in tutte le fasi della catena del valore, soprattutto nei sette settori individuati dal piano d’azione della Commissione europea, ovvero plastica, tessuti, rifiuti elettronici, sostanze nutritive e acqua, confezioni, batterie e veicoli, edilizia.
Aziende e consumatori sono chiamati a collaborare attivamente verso la sostenibilità: le prime per migliorare la propria competitività e contribuire alla conservazione delle risorse naturali; i secondi per guidare la domanda verso prodotti e servizi sostenibili, promuovendo comportamenti consapevoli.

kore

Tendenze negli investimenti ESG e a impatto nei mercati privati

Leggi l'articolo

Industria italiana: sfide e opportunità nella transizione circolare

Leggi l'articolo

ISCRIVITI ALLA MAILING LIST
DEL NOSTRO MAGAZINE

per restare sempre aggiornato sui temi della CSR

Indirizzo Email(Obbligatorio)
Consenso(Obbligatorio)