CSR MAGAZINE

Le nuove proposte indirizzate a concretizzare il Green Deal europeo

Il Green Deal europeo si pone l’obiettivo di condurre l’Europa lungo un percorso che la porti entro il 2050 a essere il primo continente al Mondo a impatto climatico zero. Le significative risorse messe a disposizione, gli stimoli normativi e l’ampia pubblica adesione al Deal rappresentano per le aziende una grande opportunità.

Il piano di investimenti dell’Unione

Inserito tra le sei priorità per il 2019-2024, il Green Deal ha visto la Commissione europea impegnarsi per mobilitare almeno mille miliardi di euro di investimenti sostenibili nel prossimo decennio. Agli investimenti verdi è destinato il 30% del bilancio pluriennale dell’UE (2021-2028) e dello strumento unico dell’UE NextGenerationEU (NGEU) per la ripresa dalla pandemia di COVID-19.

I Paesi dell’Unione sono così chiamati a destinare almeno il 37% dei finanziamenti ricevuti dal dispositivo per la ripresa e la resilienza (da 672,5 miliardi di euro) a investimenti e riforme a sostegno di obiettivi per contrastare il cambiamento climatico.

La Commissione ha, inoltre, messo in atto un piano di investimenti del Green Deal europeo (EGDIP) che include il meccanismo per una transizione giusta, per garantire un cambiamento equo verso un’economia verde e, entro il 2027, mobilitare investimenti significativi per sostenere i cittadini delle regioni maggiormente colpite dal processo di transizione.

Norme e stimoli per investimenti pubblici e privati

Mobilitando ingenti fonti pubblici e privati, il programma InvestEU è pensato per sostenere gli ingenti sforzi e garantire all’Unione i finanziamenti fondamentali a lungo termine, in modo che almeno il 30% degli investimenti contribuisca al processo per perseguire gli obiettivi climatici.

Un contributo concreto al Green Deal arriva anche dalle numerose misure in materia di finanza sostenibile che puntano a stimolare gli investimenti green e di sostenibilità del privato. Il regolamento sulla tassonomia per la classificazione degli investimenti verdi ne è un esempio.

Uno stimolo ulteriore deriva dall’ampia adesione pubblica al progetto. Attraverso bandi e finanziamenti, gli organi decisionali di ogni Paese UE mirano a favorire la transizione verso un’economia e un modo di intendere l’azienda sempre più green e sostenibile.

Chiaro, dunque, come per le imprese il Green Deal rappresenti una grande opportunità di crescita da cogliere per sostenere e perseguire il processo di trasformazione che dovranno affrontare per non farsi trovare impreparate alle sfide che il mercato presenta e presenterà nel prossimo futuro.

Cambiamento climatico come opportunità

Per perseguire questo ambizioso obiettivo, è necessario l’apporto di tutti i settori dell’economia, dal pubblico al privato. Seguendo le linee guida dell’UE in tema di sostenibilità ambientale, sociale e di governance si punta a trasformare l’annoso problema del cambiamento climatico in una concreta opportunità di crescita, capace di portare a un nuovo e più sostenibile modello economico.

Riduzione delle emissioni di CO2, creazione di nuovi posti di lavoro e crescita, lotta alla povertà, indipendenza energetica e accresciuta competitività delle imprese europee, sono le cinque direttrici tracciate dall’UE per guidare il cambiamento.

Un intervento trasversale

Ma i campi di intervento e le iniziative riguardano praticamente ogni settore dell’economia: dai trasporti, che dovranno essere sempre più puliti e accessibili; all’industria, chiamata a guidare il cambiamento attraverso scelte sostenibili e consapevoli in tema ambientale e sociale.

Il tutto, senza dimenticare il sistema energetico, che dovrà essere trainato dal rinnovabile; e la ristrutturazione degli edifici, per contenere gli sprechi e rendere anche il contesto abitativo più ecologico e capace di dialogare con il contesto naturale in cui è inserito.

In questo contesto si inseriscono, poi, le nuove proposte dalla Commissione europea indirizzate a concretizzare ancora più il Green Deal con azioni mirate a ridurre l’impatto dell’UE sull’ambiente e il clima. Tra disboscamento, rifiuti e bonifica del suolo, gli obiettivi sono tangibili e non più rinviabili, per passare a un’economia finalmente circolare, proteggere la natura e innalzare gli standard ambientali dell’Unione e del Mondo intero.

Disboscamento e degrado forestale

Per frenare il disboscamento e il degrado forestale causati in gran parte dall’espansione dei terreni agricoli, che negli ultimi trent’anni ha visto cancellare ben 420 milioni di ettari di foreste, pari a una superficie più vasta dell’Europa, è stato proposto un nuovo regolamento atto a garantire che tutti i prodotti acquistati, usati e consumati nel mercato comunitario non contribuiscano al disboscamento e al degrado delle foreste nel Mondo.

Per garantire che questo avvenga, l’UE obbliga le imprese che intendono commercializzare i prodotti “legalizzati” a esercitare il dovere di diligenza. Inoltre, verrà operata una comparazione costante tra i Paesi dell’Unione per valutare i rischi di disboscamento e degrado forestale e si intensificherà il dialogo con gli altri Paesi per cooperare su scala mondiale.

Rifiuti ed economia circolare

In tema di rifiuti, la revisione del regolamento relativo alle spedizioni mira a semplificare le spedizioni interne all’UE e introdurre norme più rigide atte a cancellare illeciti e traffici illegali. Il primo passo sarà quello di monitorare le spedizioni di rifiuti verso i Paesi Ocse e sospenderle, nel caso causino gravi problemi all’ambiente. Solo con impianti di smaltimento controllati ed ecologici si potranno importare rifiuti.

Queste proposte permetteranno all’Unione di muovere un ulteriore passo verso un’economia sempre più circolare, che permetta di ridurre la dipendenza dalle materie prime sostenendo innovazione e decarbonizzazione delle industrie.

Salvaguardia e recupero del suolo

Infine, per quanto riguarda il suolo così come già accade per l’acqua, l’ambiente marino e l’aria, l’UE adotterà una nuova strategia per fronteggiare al meglio la crisi di clima e natura e favorire la biodiversità. Perché, un suolo in salute è il fondamento del 95% dei nostri alimenti, ospita oltre il 25% della biodiversità mondiale ed è il grande serbatoio terrestre di carbonio del Pianeta.

Attraverso concrete misure di protezione, ripristino e utilizzo sostenibile del suolo, le nuove direttive UE mirano, su base sia volontaria sia vincolate, di aumentare il carbonio nei terreni agricoli, contrastare la desertificazione, recuperare i terreni degradati e garantire un uso sostenibile e un buon stato di salute a tutti gli ecosistemi terrestri entro il 2050.

Un quadro che evidenzia, una volta di più, come l’impegno dell’Unione miri a cambiare concretamente il Mondo, agendo sia internamente sia esternamente ai propri confini, per trainare la trasformazione. Sarà necessario l’aiuto di tutti, dalle istituzioni alle industrie, fino ai piccoli ma importanti gesti che ogni cittadino può compiere giorno dopo giorno.

kore

CSDDD: Corporate Sustainability Due Diligence Directive

Leggi l'articolo

Direttiva CSRD: principali novità sulla rendicontazione di sostenibilità

Leggi l'articolo

ISCRIVITI ALLA MAILING LIST
DEL NOSTRO MAGAZINE

per restare sempre aggiornato sui temi della CSR

Indirizzo Email(Obbligatorio)
Consenso(Obbligatorio)