CSR MAGAZINE
5 Settembre 2024
Industria italiana: sfide e opportunità nella transizione circolare
Un recente rapporto di ABB Motion, intitolato “Circularity: No Time to Waste”, rivela che il 90% delle imprese industriali in Italia sta affrontando gli effetti della scarsità di risorse, spingendo il 71% delle aziende a pianificare un aumento degli investimenti in iniziative di circolarità nei prossimi tre anni.
Le materie prime (33%) sono considerate la risorsa più scarsa, seguite dall’energia (30%), dalla manodopera (26%) e dai componenti elettronici (23%). La scarsità di risorse ha comportato un aumento dei costi per il 32% delle aziende, mentre un altro 32% ha subito interruzioni nella catena di approvvigionamento, e il 20% ha registrato un rallentamento della capacità produttiva. Nonostante l’energia sia una risorsa sempre più limitata, il 41% delle aziende l’ha identificata come la principale fonte di rifiuti. Questo dato sottolinea l’urgente necessità di una maggiore efficienza energetica nel settore industriale, considerata dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) una leva fondamentale per raggiungere gli obiettivi di Net Zero.
L’indagine, condotta globalmente da Sapio Research nell’ottobre 2023, ha raccolto le risposte di 3.304 decision maker in 12 Paesi, inclusi 250 partecipanti in Italia. Gli intervistati provengono da diversi settori industriali, tra cui energia, metallurgia, chimica, petrolio e gas, marittimo, minerario e servizi.
Mentre c’è ottimismo riguardo agli investimenti nella circolarità, l’indagine ha individuato vari ostacoli che impediscono un progresso immediato. Ad esempio, molti intervistati non hanno una definizione comune di “circolarità”. Inoltre, solo il 6% delle aziende considera la circolarità una responsabilità aziendale, ma questo gruppo ha mostrato i maggiori miglioramenti nei parametri chiave della circolarità, come il consumo energetico, l’uso di materiali riciclati e la riduzione delle emissioni di carbonio.
L’indagine rivela anche che l’adozione di molte pratiche circolari rimane limitata tra le aziende italiane. Ad esempio, solo il 35% delle imprese ha collaborato con società di gestione dei rifiuti, il 36% ha adottato tecnologie efficienti dal punto di vista energetico e un altro 36% ha promosso principi circolari nella catena di approvvigionamento. Tuttavia, è incoraggiante notare che il 66% delle aziende utilizza, almeno in parte, materiali riciclati nei propri prodotti.
Gli investimenti nella circolarità hanno già portato a benefici misurabili, come la riduzione dei rifiuti (44% delle aziende) e il miglioramento dell’efficienza energetica (39% delle aziende). Sebbene alcune aziende esprimano preoccupazione per l’investimento iniziale richiesto, molte prevedono miglioramenti a lungo termine nell’efficienza dei processi e nel controllo dei costi.
L’82% delle aziende concorda sul fatto che l’economia circolare favorisce l’innovazione e incrementa la competitività. Inoltre, il 68% degli intervistati è favorevole a un aumento delle regolamentazioni e dei requisiti di rendicontazione, mentre il 78% desidera un maggiore supporto governativo per l’adozione di pratiche circolari.
Il rapporto sottolinea la necessità di un passaggio verso un’economia circolare, evidenziando come il modello attuale di consumo stia esaurendo le risorse a un ritmo insostenibile, contribuendo alle emissioni e ai cambiamenti climatici. Abbracciare la circolarità è considerato essenziale non solo per la salvaguardia ambientale, ma anche per migliorare la resilienza delle imprese. È necessario adottare un approccio olistico, coinvolgere tutti i livelli organizzativi e accogliere nuove tecnologie e collaborazioni. Sebbene vi siano sfide da superare, le aziende che adottano pienamente la circolarità possono ottenere benefici significativi, dal controllo dei costi al miglioramento della reputazione. È necessario agire subito per rendere la circolarità una norma nelle industrie globali, poiché il tempo a disposizione è limitato.
17 Ottobre 2024