CSR MAGAZINE
17 Maggio 2021
Indicatori di performance: l’importanza della misurazione
Può sembrare la cosa più facile, ma in realtà conoscere sé stessi è spesso la più difficile. Per Socrate lo scopo della filosofia era quello di aiutare l’uomo a conoscere sé stesso. Solo attraverso la coscienza dei propri limiti si può infatti essere giusti, con sé stessi e con gli altri.
Conosci te stesso
Conosci te stesso era scritto fuori dal tempio di Apollo a Delfi e, a ben pensare, potrebbe essere utile – se non addirittura fondamentale – replicarlo in un contesto aziendale. Perché? Perché un’azienda che non riesce a mettere a fuoco la propria vision avendo ben chiaro ogni aspetto dei propri processi produttivi, è un’azienda che con molta probabilità sta sprecando denaro. In questo contesto si inseriscono gli indicatori di performance aziendali (KPI, dall’inglese Key Performance Indicator).
Che cosa sono gli indicatori di performance
Con indicatori di performance si indica tutta una serie di strumenti di misurazione delle prestazioni che permettono di valutare l’efficienza aziendale, studiando e mettendo in numeri singoli processi produttivi o l’intera realtà imprenditoriale. Si tratta, dunque, del modo che le aziende hanno per conoscere sé stesse. Ma non solo, infatti i KPI squarciano il velo sulle criticità e indicano la strategia migliore per ottimizzare il sistema. Insomma, sono fondamentali per crescere permettendo alle aziende di massimizzare i ricavi abbattendo gli sprechi di denaro, tempo e risorse.
Indicatori di performance
Il primo passo è quello di scegliere il KPI che meglio si adatta alla realtà aziendale e alle sue necessità. Le quattro categorie di indicatori di performance più comuni interessano la riduzione dei costi, il miglioramento delle entrate, la velocizzazione del ciclo di un processo aziendale e la maggiore soddisfazione del cliente. Una distinzione non trascurabile è quella tra KPI lagging e KPI leading. Nel primo caso si misurano i risultati ottenuti per valutarne l’efficienza. Nel secondo, invece, lo scopo è quello di pianificare al meglio il lavoro e i processi ponendo sotto la lente le variabili che concorrono al raggiungimento del proprio obiettivo.
KPI di sostenibilità
In aiuto alle aziende, il Lowell Center for Sustainable Production (Lcsp) ha stilato la gerarchia degli indicatori di sostenibilità. Si tratta di uno strumento molto utile, perché permette di stimare l’efficacia degli indicatori, organizzandoli su cinque livelli in base ai principi di sostenibilità:
- Conformità si riferisce a tutti gli indicatori che valutano la conformità rispetto alle normative e agli standard locali, nazionali e internazionali;
- Uso dei materiali e performance, valuta gli indicatori riferiti a tematiche quali l’efficienza nell’utilizzo delle materie prime e delle risorse, tenendo conto anche della mole di rifiuti e delle emissioni prodotti;
- Effetti, include gli indicatori che valutano l’impatto dell’azienda sull’ambiente e sugli aspetti sociali, come la sicurezza sul lavoro;
- Supply chain e ciclo di vita del prodotto, riprende i tre precedenti indicatori e ne allarga il raggio d’azione all’esterno dell’azienda, considerando l’intera catena produttiva;
- Sistema sostenibile, raggruppa gli indicatori a più ampio respiro che valutano l’inserimento dell’azienda nel contesto in cui opera, tenendo conto dell’impatto sul territorio, della qualità di vita dei lavoratori e dei suoi effetti sulla comunità locale. Non sono indicatori che un’azienda valuta autonomamente, ma fanno riferimento a direttive nazionali e internazionali.
Seguendo questa gerarchia, dal primo livello al quinto, un’azienda può impostare il proprio percorso di crescita verso la sostenibilità.
Chiarire gli obiettivi
Ovviamente, la scelta deve essere dettata anche dagli obiettivi prefissatisi, così da modellare i KPI sulle proprie esigenze e sulle caratteristiche del contesto in cui si opera. Detto questo, i KPI sono davvero infiniti, e scegliere quelli più adeguati al proprio scopo, magari non sarà semplice, ma è fondamentale. Inoltre, spesso è meglio sceglierne meno, ma certi e facilmente controllabili, che troppi e di difficile gestione. Insomma, avere una sola affidabile bussola è meglio che pretendere di seguirne troppe rischiando l’immobilismo.