CSR MAGAZINE
15 Luglio 2024
Il nuovo Dlgs nazionale italiano e la Direttiva 2022/2464 del Parlamento Europeo
La strada della transizione verso un sistema finanziario ed economico sostenibile, trasparente e inclusivo sembra essere quella più percorsa di recente. Infatti, all’orizzonte si profilano novità e cambiamenti significativi in fatto di sostenibilità.
Il 10 giugno 2024, il Governo italiano ha approvato lo schema di Dlgs di recepimento della Direttiva CSRD, che impegna le imprese alla rendicontazione di sostenibilità a partire dal 2025.
Si tratta del decreto di recepimento della direttiva 2022/2464/Ue – la Corporate Sustainability Reporting Directive – che ha riesaminato e rivisto la normativa europea sui bilanci societari, introducendo la nuova rendicontazione di sostenibilità sui fattori ESG e allargando il campo delle imprese obbligate ai report sulle informazioni non finanziarie.
Il 16 dicembre 2022, l’Unione Europea aveva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale la Direttiva nell’ambito del Green Deal Europeo, con l’obiettivo di trasformare l’UE in un’economia moderna, efficiente e competitiva dal punto di vista delle risorse.
L’introduzione della Direttiva CSRD consente l’aumento del numero delle imprese che dovranno redigere obbligatoriamente il Bilancio di Sostenibilità, rendendo note a clienti, produttori, investitori, dipendenti e stakeholder le scelte aziendali, il proprio operato e i relativi impatti in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale.
Le imprese, tra le altre cose, dovranno iniziare a comunicare i piani di adattamento a differenti scenari climatici, le condizioni di lavoro, la non discriminazione, l’inclusività, il ruolo degli organi di amministrazione, l’etica aziendale, i rapporti con clienti, fornitori e comunità interessate e la gestione del rischio.
In base al tipo di società, sono previste tempistiche di pubblicazione diverse del report di Sostenibilità. Il Dlgs nazionale prevede che le prime imprese obbligate alla nuova rendicontazione – a partire dal 2025 relativamente ai dati del 2024 – saranno le grandi imprese già vincolate alla dichiarazione di carattere non finanziario, che dovranno fornire informazioni più dettagliate sull’impatto delle proprie attività, mentre dal 2027 sarà la volta anche delle piccole e medie imprese quotate.
Si stima che in Italia, negli anni a venire, si arrivi all’obbligo di rendicontazione per circa cinquemila organizzazioni, con un incremento considerevole rispetto ad oggi.
Per mezzo del report di sostenibilità, l’Unione Europea ambisce anche ad arginare il fenomeno del greenwashing. Infatti, grazie alla propria trasparenza, le imprese potranno migliorare la reputazione e l’immagine aziendale.