CSR MAGAZINE
22 Maggio 2025
Il Green Deal europeo nel mirino: l’Europa può resistere alle pressioni USA?
Dopo l’incontro avvenuto ad aprile tra la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente USA, Donald Trump, cresce sempre più l’interrogativo su come le tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa possano influenzare le politiche climatiche europee, già messe alla prova dalle recenti crisi energetiche.
In particolare, questa nuova fase di tensione sembra minacciare il cuore della strategia ambientale europea: il Green Deal.
Lanciato nel 2019, il Green Deal è una strategia adottata dall’Unione Europea il cui obiettivo ultimo è quello di diventare il primo continente a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Il Green Deal può essere considerato a tutti gli effetti il contributo dell’UE all’Accordo di Parigi, ratificato nel 2015 da tutti gli Stati membri dell’Unione con l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro +1,5° rispetto ai livelli preindustriali.
Il cammino europeo verso la neutralità climatica si scontra oggi con gli interessi economici degli Stati Uniti, la cui economia è ancora fortemente dipendente dai combustibili fossili.
Non appena insediato, Donald Trump ha imposto nuovi dazi sulle importazioni europee, ufficialmente per riequilibrare il deficit commerciale. Nel 2023, la bilancia commerciale tra USA e UE mostrava un lieve avanzo europeo di circa il 3%: uno squilibrio modesto, che da solo difficilmente giustificherebbe l’adozione di misure così drastiche, soprattutto con il rischio di creare tensioni tra due alleati storici.
Guardando più a fondo, però, emerge un’altra realtà: oltre il 50% delle esportazioni americane verso l’Europa riguarda proprio quei settori che il Green Deal mira a ridimensionare: petrolio, gas naturale e motori a combustione.
Vincolare, quindi, l’Europa all’acquisto massiccio di gas fossile, ha come diretta conseguenza proprio quella di mettere in pericolo l’attuazione del Green Deal europeo, rallentando gli investimenti alle rinnovabili e rafforzando la dipendenza europea da fonti fossili.
Di fronte a queste pressioni, l’Unione Europea è chiamata a dimostrare fermezza.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha già dichiarato che l’UE intende proseguire con la transizione sostenibile, ricorrendo anche a strumenti di difesa economica e meccanismi anti-coercizione per contrastare eventuali ingerenze esterne.
La situazione si prospetta molto complessa e l’accordo siglato ad aprile tra Giorgia Meloni e Trump inserisce l’Italia in un equilibrio delicato e soprattutto in contrasto con gli obiettivi del Green Deal. Da un lato, si risponde all’esigenza di sicurezza energetica immediata; dall’altro, si rischia di allontanarsi dagli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo.
Nonostante le sfide, difendere il Green Deal è oggi più importante che mai.
Si tratta non solo di una questione ambientale, ma anche di una sfida strategica ed economica.
Rinunciare ora significherebbe compromettere decenni di progresso nella lotta ai cambiamenti climatici, aumentando i costi, ambientali, economici e sociali, che le generazioni presenti e future dovranno sostenere. Proseguire sulla strada della sostenibilità significa rafforzare l’autonomia energetica europea, ridurre la dipendenza da fonti fossili, creare nuovi posti di lavoro e innovare il tessuto industriale, investendo su un’Europa più resiliente e competitiva.
22 Maggio 2025
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Leggi l'articolo15 Maggio 2025