CSR MAGAZINE
9 Aprile 2025
Il Clean Industrial Deal: un piano europeo per un’industria competitiva e decarbonizzata
La Commissione europea ha presentato il Clean Industrial Deal, un piano strategico che mira a mobilitare 100 miliardi di euro in investimenti e incentivi, con l’obiettivo di coniugare decarbonizzazione, competitività e resilienza del sistema industriale europeo. Il programma si concentra in particolare sulle industrie ad alta intensità energetica e sullo sviluppo delle tecnologie pulite, proponendo una serie di misure mirate alla riduzione dei costi energetici, alla promozione dell’economia circolare, allo snellimento burocratico e alla formazione di nuove competenze per la transizione ecologica.
Alla base del Clean Industrial Deal vi è l’intenzione di rilanciare la manifattura europea, affrontando congiuntamente la sfida della neutralità climatica e quella della competitività globale, attraverso una mobilitazione complessiva di risorse pari a mille miliardi di euro.
Presentato lo stesso giorno del Pacchetto Omnibus UE, il piano è composto da una serie di iniziative pensate per rafforzare il tessuto industriale europeo, rendendolo più solido e innovativo.
I pilastri del Clean Industrial Deal
L’obiettivo del Clean Industrial Deal è trasformare la decarbonizzazione in una leva di sviluppo per l’industria europea. Il piano si concentra sulle tecnologie pulite come strumenti chiave per aumentare la competitività, accelerare la trasformazione industriale e incentivare modelli produttivi sostenibili e circolari. In particolare, viene posta attenzione ai settori cosiddetti hard to abate, come quelli della siderurgia, della metallurgia, dell’alluminio, della chimica e di altri comparti ad alta intensità energetica. A questi, il piano intende offrire supporto nel processo di transizione verso fonti energetiche rinnovabili e nella gestione delle sfide derivanti da una concorrenza globale spesso sleale e da regolamentazioni complesse. L’iniziativa promuove inoltre l’economia circolare tramite il riciclo, il ReManufacturing, e il prolungamento del ciclo di vita dei prodotti. Un altro obiettivo chiave riguarda la valorizzazione delle risorse interne all’UE per ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche.
Per garantire una transizione verso un’economia a basse emissioni e rendere l’energia più accessibile, il Clean Industrial Deal propone:
- L’accelerazione dell’elettrificazione e lo sviluppo delle energie rinnovabili;
- Il rafforzamento del mercato interno dell’energia mediante interconnessioni infrastrutturali;
- L’adozione di politiche e incentivi per l’efficienza energetica.
Uno dei pilastri legislativi del piano è l’Industrial Decarbonisation Accelerator Act, che mira a stimolare la domanda di prodotti CleanTech realizzati in Europa. Il provvedimento introduce criteri di sostenibilità, resilienza e preferenza per i prodotti “Made in Europe” negli appalti pubblici e privati.
In quest’ottica è prevista una revisione del Public Procurement Framework nel 2026, in cui verranno integrati questi nuovi criteri a beneficio dei settori industriali strategici.
Sul fronte finanziario invece, il Clean Industrial Deal intende attivare oltre 100 miliardi di euro tramite diverse iniziative:
- L’adozione di un nuovo quadro per gli aiuti di Stato, dedicato alle tecnologie pulite e alla decarbonizzazione;
- Un rafforzamento del Fondo per l’Innovazione e la proposta per l’istituzione di una Banca per la Decarbonizzazione Industriale, alimentata da risorse già esistenti e da parte dei proventi ETS;
- Un nuovo bando all’interno di Horizon Europe, a sostegno di ricerca e innovazione;
- Una revisione del regolamento InvestEU per ampliare il supporto alle tecnologie green, alla mobilità sostenibile e alla riduzione dei rifiuti.
Il Clean Industrial Deal pone inoltre particolare attenzione alla questione delle materie prime critiche, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dell’UE da fornitori esterni. Il piano promuove l’aggregazione tra imprese europee per una gestione coordinata della domanda di tali risorse.
Nascerà anche un Centro Europeo per le Materie Prime Critiche, con il compito di effettuare acquisti congiunti per conto delle aziende interessate, al fine di migliorare le condizioni di approvvigionamento.
A sostegno dell’economia circolare, nel 2026 verrà introdotto il Circular Economy Act, con l’obiettivo di favorire il riutilizzo dei materiali e raggiungere una quota del 24% di materiali circolari entro il 2030.
Per sostenere la competitività industriale nel lungo periodo, il Clean Industrial Deal prevede:
- Il lancio di Partnership per il Commercio e gli Investimenti Puliti, volte a diversificare le catene di fornitura;
- Il potenziamento degli strumenti di difesa commerciale;
- Un rafforzamento del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM).
Sul fronte delle competenze, sarà istituita una Unione delle Competenze, finalizzata allo sviluppo di green skills e alla creazione di lavoro qualificato. In questo contesto, il programma Erasmus+ sarà potenziato, con un investimento fino a 90 milioni di euro destinato alla formazione professionale.
Infine, per favorire la piena partecipazione delle imprese al mercato unico europeo, verranno introdotte misure orizzontali per ridurre la burocrazia e migliorare la coerenza delle politiche industriali tra i diversi livelli di governance.
9 Aprile 2025
Il Clean Industrial Deal: un piano europeo per un’industria competitiva e decarbonizzata
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