CSR MAGAZINE
7 Settembre 2021
Green deal: “fit for 55” nuove misure per centrare gli obiettivi climatici
Lo scorso luglio, la Commissione europea ha approvato il nuovo “Fit for 55”, piano strategico per la riduzione delle emissioni nette di gas serra che mira ad accelerare sul delicato tema dell’impatto climatico.
L’obiettivo è quello di rientrare entro il 2030 del 55% sulle emissioni nette di gas a effetto serra rispetto a quelle registrate nel 1990, ma non solo. La riduzione dell’inquinamento è, infatti, solo il primo step di una scalata necessaria e fondamentale, alla cui sommità si trova lo scopo unico e improrogabile di rendere l’Europa il primo continente a impatto zero entro 2050.
UN PIANO CHE COINVOLGE TUTTI
Il raggiungimento di questi obiettivi passa inevitabilmente dalla definizione di nuovi strumenti legislativi capaci di un impatto positivo sulle scelte di tutti gli attori della catena produttiva: dal consumatore alle aziende, dalle organizzazioni impegnate nel sociale agli organi decisionali.
Passaggi e azioni mirate per plasmare e sorreggere il mutamento energetico, economico e sociale dell’Ue. Le nuove proposte della Commissione europea spingono così verso una ricollocazione più efficace delle quote di emissione e verso un incentivo all’utilizzo delle energie rinnovabili e l’ottimizzazione dell’efficienza energetica.
Oltre a ciò, si punta a una trasformazione green della mobilità, per un sistema che possa essere più sostenibile e smart, dal punto di vista delle fonti energetiche utilizzate e dell’ammodernamento delle infrastrutture. Ovviamente, accanto a queste misure si lavora a politiche fiscali maggiormente coerenti, compatibili e inquadrate sugli obiettivi fissati dal Green Deal.
UNA TRASFORMAZIONE NECESSARIAMENTE CONSAPEVOLE
Questa trasformazione energetica impegnerà ingenti risorse, non soltanto economiche. Dovrà, infatti, necessariamente transitare attraverso l’azione e la motivazione di tutti i soggetti coinvolti; una vera a propria mutazione sociale, tanto nei comportamenti quanto nel modo di rapportarsi con l’ambiente e i consumi.
Perché la trasformazione sia anche sociale e culturale, si tratta di mutare il modo di pensare, lavorando sugli obiettivi a lunga distanza e imparando ad accettare gli inevitabili, ma necessari, sacrifici sul breve periodo. Perché, nel medio e lungo termine, i benefici saranno sicuramente superiori ai costi richiesti nell’immediato futuro.
NUOVE POLITICHE DI SOSTEGNO
Detto ciò, i sacrifici di cui sopra saranno ammortizzati da un nuovo Fondo sociale per il clima proposto dalla Commissione Ue, che finanzierà le azioni green messe in atto dai cittadini e renderà più socialmente sostenibile la transizione.
Guardando la transizione dal lato aziendale, il nuovo Green Deal incoraggia l’evoluzione nei comportamenti e nelle scelte delle imprese in tema di produzione e sfruttamento di risorse energetiche pulite. Questo punto è fondamentale per completare il piano “Fit for 55” entro il 2030.
VANTAGGI, OPPORTUNITÀ E COSTI CONDIVISI
Per comprendere al meglio la sua importanza è sufficiente analizzare il dato relativo alle emissioni di CO2 in Ue derivate dalla produzione e sfruttamento delle energie: ben il 75% del totale. Attraverso la partecipazione attiva di tutti gli Stati membri, l’obiettivo è arrivare a produrre il 40% dell’energia in Europa sfruttando fonti rinnovabili, riducendo così al contempo i consumi di energia.
Il piano prevede inoltre incentivi, finanziamenti e sostegno delle azioni intraprese per la riduzione dell’impatto da parte delle istituzioni pubbliche, ma anche in tema di costruzione e ristrutturazione degli edifici e di produzione e infrastrutture riservate alla mobilità. Con risvolti e trasformazioni in ogni ambito: dal privato alla mobilità marittima e aerea, dall’agricoltura alle aziende.
Insomma, il “Fit for 55” è un piano ambizioso che interessa l’intera filiera produttiva e la popolazione, a ogni livello. Il tutto, con risvolti positivi dal punto di vista economico, sociale e, ovviamente, ambientale. Un piano necessariamente condiviso che coinvolge tutti gli Stati membri e li vede ripartirsi equamente vantaggi, opportunità e costi.