CSR MAGAZINE

ESRS: il primo set di standard europei per la sostenibilità

I nuovi European Sustainability Reporting Standards (ESRS), adottati dalla Commissione Europea il 31 luglio 2023, sono destinati a diventare le linee guida applicabili a tutte le imprese che devono redigere il report di sostenibilità secondo la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), la nuova direttiva per la realizzazione del report di sostenibilità approvata a novembre 2022.

Gli ESRS, redatti dall’ente competente EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), sono in vigore da gennaio 2024 e le imprese soggette alla CSRD sono obbligate a conformare il proprio bilancio di sostenibilità secondo quanto richiesto da questi standard.

Questi standard specificano le informazioni che un’impresa deve comunicare in merito ai suoi impatti, rischi e opportunità (IRO) rilevanti in relazione alle questioni di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.

Struttura degli ESRS 

Gli ESRS sono suddivisi in due categorie: gli ESRS generali (2 trasversali e 10 tematici su ambiente, sociale e governance) e gli ESRS settoriali, che verranno pubblicati a giugno 2024, insieme agli standard per le PMI.

ESRS GENERALI sono così suddivisi:

  • STANDARD TRASVERSALI:
  • ESRS 1 (Principi generali)
  • ESRS 2 (Requisiti informativi generali)
  • STANDARD TEMATICI AMBIENTALI:
  • ESRS E1 (Cambiamento climatico)
  • ESRS E2 (Inquinamento)
  • ESRS E3 (Risorse idriche e marine)
  • ESRS E4 (Biodiversità ed ecosistemi)
  • ESRS E5 (Uso delle risorse ed economia circolare)
  • STANDARD TEMATICI SOCIALI:
  • ESRS S1 (Forza lavoro propria)
  • ESRS S2 (Lavoratori nella catena del valore)
  • ESRS S3 (Comunità interessate)
  • ESRS S4 (Consumatori e utenti finali).
  • STANDARD TEMATICI DI GOVERNANCE:
  • ESRS G1 (Condotta aziendale)

ESRS SETTORIALI

  • 5 settori sono già coperti dagli standard GRI: agricoltura, estrazione del carbone, estrazione mineraria, petrolio e gas.
  • 5 settori verranno stilati seguendo la filosofia ad alto impatto: produzione di energia, autotrasporto, produzione di autoveicoli, cibo/bevande, tessile.

Aziende in obbligo

Gli ESRS dovranno essere utilizzati per rendicontazione sulla sostenibilità dall’esercizio finanziario 2024, con prima dichiarazione di sostenibilità pubblicata nel 2025, dalle le imprese già soggette alla Non-Financial Reporting Directive (grandi società quotate, banche e imprese assicurative con più di 500 dipendenti).

Successivamente, dall’anno finanziario 2025, si dovranno allineare altre grandi imprese (con 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di totale attivo), con pubblicazione della prima dichiarazione di sostenibilità nel 2026.

Le PMI quotate (comprese le PMI quotate extra UE), invece, sono tenute all’adozione di ESRS dall’anno finanziario 2026, con la prima dichiarazione di sostenibilità pubblicata nel 2027. Tuttavia, le PMI quotate possono decidere di prorogare gli obblighi di rendicontazione per altri due anni.

Inoltre, per le PMI è prevista una rendicontazione semplificata e proporzionata.

Principali novità

I nuovi standard ESRS hanno apportato alcune importanti novità per consentire di integrare in maniera completa gli aspetti ESG nel modello di business e nella valutazione dei rischi e delle opportunità delle aziende. I concetti fondamentali sono:

  • Doppia materialità. Le organizzazioni devono considerare sia gli impatti delle proprie attività sull’ambiente e sulla società (materialità d’impatto), sia gli impatti di tali questioni sulla propria performance economico-finanziaria (materialità finanziaria).
  • Catena del valore. Le aziende devono identificare e rendicontare gli impatti materiali, i rischi e le opportunità (IRO) connessi ai rapporti commerciali diretti e indiretti nella catena del valore a monte e/o a valle.
  • Due diligence. Diventa obbligatoria l’attestazione di conformità della rendicontazione di sostenibilità da parte di un revisore indipendente prima di procedere al deposito presso l’autorità competente.

Scopo degli ESRS

Mediante l’utilizzo di questi standard, tutte le grandi aziende dell’UE, gradualmente, dovranno divulgare i dati sull’impatto delle loro attività e gli eventuali rischi di sostenibilità a cui sono esposte. Ciò rafforzerebbe l’economia sociale di mercato dell’Unione e getterebbe le basi per gli standard di rendicontazione sulla sostenibilità a livello globale. Inoltre, potrebbe finalmente porre fine al fenomeno del greenwashing.

kore

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