CSR MAGAZINE
8 Febbraio 2022
Economia circolare: un nuovo paradigma che cambia i modelli di business
Con economia circolare si fa riferimento a un modello di produzione e consumo attento all’ambiente e capace di azzerare gli sprechi.
Da lineare a circolare
Contrapposta al classico modello lineare “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”, e fortemente spinta dall’Unione Europea, attraverso la condivisione, il riutilizzo e il riciclo, l’economia circolare azzera il concetto di “prima e dopo” e crea un continuum che allunga la vita di materie prime e prodotti, così da contribuire a creare un sistema economico e modelli di business capaci di autosostenersi e sfruttare al massimo le risorse a loro disposizione.
L’obiettivo primario dell’economia circolare è quello di abbattere gli sprechi, fino al, per ora utopico, obiettivo di cancellare completamente il concetto di rifiuto così da ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente in tantissimi aspetti del business e del fare impresa. Gli scarti, infatti, in un’economia circolare non esistono e, anzi, diventano materia preziosa per un nuovo prodotto, cliente o processo.
Dare nuova vita ai prodotti
Al contempo, grazie allo sharing e al ricondizionamento, l’economia circolare permette di dare nuova vita ai prodotti già utilizzati e che, magari, non funzionano più semplicemente per un piccolo malfunzionamento o per l’annoso problema dell’obsolescenza programmata dei prodotti. L’esempio più classico è il ricondizionamento di smartphone, che possono così tornare sul mercato e continuare a essere utilizzati.
Così facendo, un prodotto vede allungarsi sensibilmente il proprio ciclo vitale, ma lo stesso vale per le materie prime e le risorse energetiche. Nell’economia circolare non c’è spazio per lo spreco e tutto viene ottimizzato per rendere al meglio e, ipoteticamente, per sempre.
Sempre di economia si parla
Fare proprie le buone pratiche dell’economia circolare e incorporarle nel proprio modo di intendere il business è oggi sempre più importante e rappresenta una possibilità di crescita unica, per uno sviluppo che sia realmente sostenibile e attento a tematiche di tutela ambientale, economica e sociale.
Il passo verso questa trasformazione è tanto importante quanto necessario. Anche perché, grazie all’economia circolare, si possono veder crescere le proprie entrate, così come fidelizzare e incontrare le necessità e le richieste di investitori, partner e clienti, che sono ormai sempre più attenti e consapevoli. Perché, se cambia la domanda, l’offerta non può restare invariata.
E questo è vero anche dal punto di vista delle caratteristiche dei prodotti immessi sul mercato, che durano di più e sono più green e di qualità, finendo per fidelizzare il cliente finale e agire in modo proattivo sull’intera supply chain. Senza dimenticare che, riciclare e utilizzare risorse rinnovabili vuol dire risparmiare in termini di approvvigionamento e mettersi al riparo dall’andamento ondivago del mercato delle materie prime.
Business circolare?
È possibile fare business modellando le proprie azioni secondo i principi dell’economia circolare? La risposta è, ovviamente, affermativa e lo dimostrano le numerose nuove (e vecchie) realtà imprenditoriali che hanno saputo sfruttare al massimo le potenzialità del nuovo modello per crescere e raggiungere quote di mercato estremamente importanti.
Ripensare lo sfruttamento delle risorse prime, valutare gli sprechi che ogni fase del processo e della filiera comportano e investire in ricerca e sviluppo, sono solo alcuni dei fondamentali aspetti da prendere in considerazione per cambiare punto di vista e introdurre l’economia circolare nel proprio modo di fare e intendere il business.
Nuovi modelli di business
Tra i nuovi modelli di business resi possibili grazie all’economia circolare c’è la creazione di una filiera circolare, che conduca la produzione, in tutti i suoi aspetti e passaggi, verso un utilizzo sempre maggiore di prodotti, materiali e fonti di energia ecosostenibili, riciclabili e riutilizzabili. Adottare queste accortezze permette, inoltre, di stimolare i partner, così da rendere la propria supply chain sostenibile anche grazie a una visione circolare comune e condivisa.
Lo abbiamo già accennato, ma è un punto su cui l’Unione Europea sta lavorando molto: occorre eliminare il concetto di obsolescenza programmata dei prodotti, che permea l’economia lineare. Grazie a prodotti più durevoli, infatti, un’impresa non può che guadagnare in reputazione e fidelizzazione dei clienti, con un importante ritorno in termini di immagine ed economico.
In questa ottica si inseriscono modelli di business atti a prolungare ulteriormente la vita di un prodotto. Fornire, per esempio, assistenza tecnica per risolvere piccoli problemi di funzionamento, ma anche garanzie o possibilità di rivendita, aiuta a evitare sprechi o che un prodotto diventi troppo presto un rifiuto. Ovviamente, questi servizi sono da intendere come un’importante opportunità di ritorno economico e fidelizzazione per chi fa business.
Occorre, infine, incentivare e lavorare per eliminare il concetto di proprietà e possesso, per passare sempre più a concetti come la condivisione e lo sharing, soprattutto per prodotti come pc, smartphone, biciclette e automobili. L’utilizzo condiviso dei beni è il futuro e permette di fare business minimizzando sprechi e impatto ambientale.