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Digital Carbon Footprint

Gli indubbi vantaggi derivati dalla rivoluzione digitale sono sotto gli occhi di tutti. Ogni giorno, godiamo dell’immediatezza e delle grandi risorse messeci a disposizione da un mondo sempre più interconnesso e digitalizzato. Ma tutta questa digitalizzazione porta con sé anche risvolti negativi e ha un impatto sull’ambiente che non occorre trascurare.

In pochi anni, il modo di intendere e fare azienda è stato completamente stravolto, tanto logisticamente quanto dal punto di vista della comunicazione e delle possibilità: dal semplice invio di una comunicazione all’e-commerce, dai meeting alle conference call, dalla possibilità di raggiungere e attirare un’infinità di potenziali nuovi clienti fino, all’opposto, all’opportunità di entrare in contatto con fornitori in ogni angolo del globo, tutto passa dal digitale.

IL LATO OSCURO DEL DIGITALE

I benefici della trasformazione digitale non si limitano all’ambito lavorativo, ma si fanno sentire anche in tema di lotta al cambiamento climatico e di riduzione delle emissioni di CO₂. Esiste comunque un però. L’altra faccia della medaglia, in questo caso, è rappresentata dall’impatto ambientale che ogni azione digitale porta inevitabilmente con sé. La produzione, l’utilizzo e il trasferimento di dati digitali sono causa di molte più emissioni di CO₂ di quanto si potrebbe immaginare. Queste emissioni rientrano e fanno crescere la  digital carbon footprint (o impronta digitale di carbonio).

I NUMERI DEL DIGITALE

Per comprendere meglio la situazione occorre prima farsi un’idea più precisa dei numeri del “digitale”. Secondo il recente rapporto annuale Digital 2021 stilato da We Are Social, in collaborazione con Hootsuite, ogni giorno solo in Italia si contano più di 50 milioni di utenti connessi a Internet. La maggior parte degli accessi (93%) avviene via smartphone, per una media giornaliera online di 6 ore e 22 minuti a persona. Allargando l’orizzonte, rispetto ai dati raccolti a gennaio 2020, a livello globale i numeri parlano di una crescita di circa 316 milioni di persone che accedono a internet. Per un totale giornaliero di 4,66 miliardi di navigatori dell’etere.

TUTTO PRODUCE CO₂

Ogni singola ricerca online, ogni singola riproduzione di video in streaming, ogni singola attività in rete, eseguita miliardi di volte, è responsabile di una sempre crescente domanda globale di energia e, quindi, dell’aumento delle emissioni CO₂. E i dati in merito risultano sempre meno quantificabili. Infatti, il costante progresso tecnologico e, volendo rimanere in un contesto industriale, l’aumento dell’efficienza e di pratiche di lavoro sempre più connesse, rendono difficile stimare con precisione le emissioni globali di CO₂.

LE ACCORTEZZE PER RIDURE L’IMPATTO

Secondo alcuni studi, la digital carbon footprint dovrebbe avere un impatto pari 2,5-4% delle emissioni globali di CO₂. Esistono però alcune accortezze che possono permettere di contenere l’impatto. In ambito domestico e privato, il primo passo può essere quello di ridurre al minimo la riproduzione streaming di contenuti. Lo streaming “occupa” infatti ben più del 75% di tutto il traffico di dati a livello mondiale.

INDUSTRIA DIGITAL, MA SMART

A livello industriale, invece, si può agire in due modi, che potremmo esemplificare come accortezze lato hardware e accortezze lato software. Nella prima categoria rientra, per esempio, la scelta di allungare la vita ai dispositivi utilizzati per lavorare. Aggiornare il parco smartphone a disposizione dei propri collaboratori con scelte oculate e con minore frequenza, fare lo stesso con computer e macchinari. Attuare regolare manutenzione e controlli sull’hardware e smaltire correttamente i vecchi dispositivi, permette di rallentare la crescita della digital carbon footprint.

Dal lato software, invece, può essere sufficiente alleggerire la propria casella di posta elettronica, svuotandola con regolarità così da ridurre l’archiviazione online dei dati. Sulla falsariga, anche scaricare e salvare una copia “in locale” dei propri dati riduce l’impatto sull’ambiente rispetto all’utilizzo di tecnologie cloud, comode ma molto più inquinanti. Altra semplice accortezza sul posto di lavoro è permettere ai dipendenti di utilizzare la rete internet aziendale per connettere i propri smartphone. Così facendo, si azzera lo spreco di dati causato dal moltiplicarsi di reti mobili. Infine, ma questo non vale solo per la digital carbon footprint, scegliere energie rinnovabili vuol sempre dire sempre attuare la decisione migliore.

kore

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