CSR MAGAZINE

Decarbonizzazione e competitività: come trasformare una sfida in opportunità strategica

Negli ultimi anni, il concetto di decarbonizzazione ha assunto un ruolo sempre più centrale nei piani industriali e nelle politiche pubbliche. Uno studio congiunto condotto da Edison NEXT e Boston Consulting Group (BCG) offre una fotografia puntuale dello stato della decarbonizzazione nell’industria italiana, con particolare attenzione a cinque settori ad alta intensità energetica: acciaio, carta, ceramica, chimica e cemento.

L’analisi non si limita a misurare il divario rispetto agli obiettivi climatici, ma propone un’inquadratura più ampia: la transizione ecologica come leva strategica per la competitività industriale. Non si tratta più soltanto di un imperativo ambientale: ridurre le emissioni climalteranti è diventato un requisito fondamentale per garantire resilienza economica, attrattività di mercato e capacità di innovazione.

L’Italia, tuttavia, parte da una posizione di svantaggio, in particolare sul fronte dei costi energetici. Secondo le stime, entro il 2030 il prezzo del gas per le imprese sarà più che doppio rispetto agli Stati Uniti, mentre quello dell’elettricità sarà fino al 30% più elevato. A questo si aggiunge la crescita prevista del costo dei permessi di emissione (ETS), che potrebbe aumentare fino all’85% rispetto al 2025. Questo quadro evidenzia una verità ormai difficile da ignorare: la decarbonizzazione non è un costo in più da assorbire, ma una leva per ridurre la vulnerabilità energetica e rafforzare la competitività di medio-lungo termine.

Per raggiungere questo obiettivo, è necessario un intervento su più livelli. L’efficienza energetica è il primo passo, immediato e trasversale, capace di ridurre consumi e sprechi senza compromettere la produttività. In parallelo, l’elettrificazione dei processi industriali, l’impiego di gas rinnovabili e l’adozione di tecnologie di cattura e utilizzo della CO₂ (CCUS) rappresentano strumenti fondamentali, soprattutto per quei settori in cui le emissioni sono difficili da eliminare alla radice.

Proprio per questo motivo, non esiste un’unica traiettoria valida per tutti. Ogni settore richiede un approccio personalizzato. Il comparto siderurgico italiano, ad esempio, può contare su un vantaggio tecnologico: oltre l’80% della produzione avviene tramite forni elettrici ad arco, più efficienti e meno emissivi degli altoforni. Qui, la priorità è garantire l’accesso a elettricità rinnovabile a costi competitivi.
Nel cemento, invece, l’adozione di sistemi CCUS su larga scala sarà inevitabile (anche se oggi ancora troppo onerosa e complessa da implementare).
Altri settori come la carta, la ceramica e la chimica possono evolvere più rapidamente adottando un mix di elettrificazione, recupero termico, circolarità e combustibili alternativi.

Tuttavia, per accompagnare questa evoluzione serve una governance industriale capace di creare le condizioni affinché le soluzioni tecnologiche siano accessibili e sostenibili nel tempo. Per questo, strumenti come il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) hanno un ruolo importante ma non risolutivo. Il CBAM, pensato per bilanciare la concorrenza tra produttori europei e quelli di Paesi con normative ambientali meno rigorose, può offrire una tutela parziale nel breve periodo. Tuttavia, non può sostituire un piano industriale strutturato. In questa direzione si muove invece il Clean Industrial Deal europeo, che prevede risorse significative per supportare tecnologie pulite, promuovere l’economia circolare e colmare il gap di competenze.

La sostenibilità, dunque, è una componente essenziale di una strategia industriale moderna, che mira a posizionare le imprese italiane come protagoniste della nuova economia a basse emissioni. Ma per riuscirci, è necessario abbracciare una visione di lungo termine fondata su innovazione, collaborazione pubblico-privato e trasparenza nei risultati.

kore

Decarbonizzazione e competitività: come trasformare una sfida in opportunità strategica

Leggi l'articolo

Carbon budget al limite: il rischio concreto di superare +1,5°C entro il 2030

Leggi l'articolo

ISCRIVITI ALLA MAILING LIST
DEL NOSTRO MAGAZINE

per restare sempre aggiornato sui temi della CSR

Indirizzo Email(Obbligatorio)
Consenso(Obbligatorio)