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CSDDD: Corporate Sustainability Due Diligence Directive

Riflessioni, respingimenti, ritardi: l’iter della Corporate Sustainability Due Diligence Directive, nota come CSDDD o CS3D, giunge al termine il 15 marzo con il consenso dei membri dei governi nazionali dell’Unione Europea. Tuttavia, ciò comporta un enactment meno rigido rispetto al progetto originario.

La votazione è avvenuta quasi inaspettatamente, dopo una serie di rimandi e ripensamenti che avevano messo in dubbio la possibilità di istituire una legislazione europea sulla due diligence nelle catene di approvvigionamento. Tale legislazione, conosciuta anche come Supply Chain Act, mira a rendere le grandi imprese legalmente responsabili per tutte le attività che possono avere impatti ambientali o violare i diritti umani all’interno delle catene di fornitura sottoposte alla loro supervisione.

L’approvazione della CSDDD

I membri dei governi nazionali dell’UE, dopo aver temporaneamente escluso la discussione sulla CS3D dall’agenda per evitare il rischio di un mancato via libera, hanno votato a favore di una Corporate Sustainability Due Diligence Directive, seppur con un compromesso che riduce l’applicazione della normativa a un numero inferiore di aziende rispetto al progetto originale.

Il perimetro di azione della normativa è stato ristretto poiché, invece di considerare le aziende attive nell’UE con più di 500 dipendenti e un fatturato globale netto di oltre 150 milioni di euro, il Consiglio Europeo ha approvato un testo che si concentra sulle aziende UE con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato globale netto di almeno 450 milioni di euro.

Questo compromesso mira ad affrontare le preoccupazioni e le resistenze, specialmente di Germania, Francia e Italia, che hanno criticato la CSDDD per imporre regole finanziariamente troppo gravose e una complessità amministrativa eccessiva.

Se da un lato tale accordo comporta una riduzione del numero di aziende interessate dalla CSDDD di oltre il 50% rispetto all’accordo precedente del dicembre 2023, che mirava a coinvolgere l’1% delle imprese dell’UE, dall’altro la nuova bozza ignora le disposizioni sulla responsabilità civile e l’impegno a includere gradualmente le imprese non UE attive in settori ad alto rischio che generano almeno 20 milioni di euro nel mercato dell’UE, come nel settore edile, tessile e calzaturiero, agricolo e agroalimentare.

Nonostante ciò, il passaggio della Due Diligence al Consiglio rappresenta un segnale significativo in termini di responsabilizzazione delle imprese nelle catene di fornitura. In mancanza di una legislazione uniforme a livello UE, le imprese avrebbero rischiato una frammentazione normativa.

Prossimi passi: esame del Parlamento Europeo

Il percorso della CSDDD non è ancora concluso. La Direttiva con le nuove regole deve essere approvata dal Parlamento Europeo, presumibilmente entro un mese e comunque prima delle prossime elezioni europee previste per giugno.

kore

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