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Bilancio di sostenibilità: da non-financial reporting a corporate sustainability reporting

La Corporate Sustainability Reporting Directive voluta dall’Unione europea traina il cambiamento del bilancio di sostenibilità, sempre più al centro delle trasformazioni finanziarie ed economiche che interesseranno il mercato, le aziende e i loro stakeholder nei prossimi anni.

Una importante opportunità condivisa

Per le aziende, stilare un bilancio di sostenibilità rappresenta sempre più una necessità e una opportunità. Grazie a questo documento, infatti, si ha la possibilità di valorizzare al meglio le proprie iniziative sostenibili agli occhi degli stakeholder, così da trasmettere fiducia e incontrare la loro crescente attenzione sulle maggiori tematiche ambientali e sociali. Ma se fino a qualche anno fa si parlava di non-financial reporting (report non finanziario), oggi le cose sono cambiate.

Dichiarare la propria anima green è, infatti, sempre più parte integrate della strategia finanziaria e, di conseguenza, la rendicontazione sostenibile si è trovata a recitare una parte da protagonista tra le pagine del report annuale. In questo processo, un ruolo di prim’ordine lo giocherà la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) voluta nel 2021 dall’Unione Europea a seguito del processo di revisione della Non-Financial Reporting Directive (NFRD).

La rendicontazione ESG non è più un’opzione

A partire dagli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e dall’affermazione e dall’impegno per questi obiettivi nella comunicazione della Commissione europea del 22 novembre 2016, l’UE ha lavorato a un pacchetto legislativo volto alla sostenibilità aziendale e alla salvaguardia ambientale e promozione dei diritti umani.

La rendicontazione ambientale, sociale e di governance (ESG) non fa eccezione. A seguito dell’introduzione della Non-Financial Reporting Directive e, più recentemente, della proposta dell’UE sulla Corporate Sustainability Reporting Directive, infatti, la rendicontazione ESG non è più un’opzione per alcune aziende.

Non-Financial Reporting Directive

Ma andiamo con ordine. L’NFRD stabilisce le regole sulla divulgazione delle informazioni non finanziarie relative alle aree ESG a cui sono chiamate a rispondere nelle loro relazioni annuali alcune grandi società di interesse pubblico dell’UE (circa 11.700), con più di 500 dipendenti, comprese quelle quotate in borsa, assicurazioni e banche.

Queste aziende devono riferire, per esempio, sullo sviluppo del business, sulle prestazioni, sull’impatto e sulla loro posizione in relazione a un elenco predefinito di questioni non finanziarie. Al contempo, è richiesto loro di divulgare report annuali e di sostenibilità. Due gli scopi principali della direttiva: mettere a disposizione degli stakeholder e degli investitori informazioni non finanziarie, per determinare la creazione di valore e valutare i rischi legati alle aziende e incoraggiare le imprese ad assumersi le proprie responsabilità in tema di ESG.

Corporate Sustainability Reporting Directive

Il 21 aprile 2021 si è dato il via al cambiamento. In quella data, infatti, la Commissione Europea ha adottato una proposta di Corporate Sustainability Reporting Directive per sostituire l’attuale NFRD e semplificare la rendicontazione sostenibile, ponendola alla pari di quella finanziaria, standardizzandola e restituendole valore finanziario.

La proposta amplia la base di società coinvolte interessando oltre 50mila grandi imprese, con più di 250 dipendenti e un fatturato di almeno 40 milioni di euro. A essere coinvolte non sono solo alle società con sede in Unione europea, ma anche quelle extra-UE operanti nel mercato comunitario e con 150 milioni di euro di fatturato annuale nel Vecchio continente.

La CSRD introduce l’obbligo di riferire, anche in formato digitale, circa gli aspetti ESG in relazione gli standard europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS), determinati dall’European financial reporting advisory group (EFRAG). Nella direttiva trovano, poi, spazio obblighi circa la necessità di rendere pubbliche informazioni maggiormente dettagliate in merito, per esempio, alle strategie aziendali, al proprio business model e agli obiettivi.

L’entrata in vigore della direttiva è fissata per gennaio 2023. Il passaggio graduale ai nuovi standard di rendicontazione è previsto, per le aziende già coperte dalla NFRD, nel 2024 e, dall’anno successivo in avanti, per le altre realtà. Questa transizione aiuterà gli investitori, le organizzazioni della società civile, i consumatori, le istituzioni e gli altri stakeholder a valutare le prestazioni non finanziarie delle grandi aziende, incoraggiate sempre più a sviluppare e adottare un approccio responsabile di business.

kore

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