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Transizione energetica: l’evoluzione delle priorità governative

L’analisi di S&P Global Ratings, presentata nel rapporto “Sustainability Insights: Evolving Political Priorities Could Affect Energy Transition”, evidenzia un cambiamento nelle priorità politiche, influenzato dalla crescente attenzione verso il costo della vita, la sicurezza energetica e le spese per la difesa. L’inflazione ha posto ulteriori sfide alla transizione energetica, incidendo sui costi complessivi, mentre la dipendenza dalle importazioni energetiche potrebbe paradossalmente agevolare questo processo.

Le nuove priorità dei governi nella transizione energetica

A livello globale, i governi non stanno abbandonando gli obiettivi della transizione energetica, ma le priorità stanno mutando. Secondo il rapporto di S&P Global Ratings, l’attenzione si sta spostando verso questioni urgenti come l’aumento del costo della vita, la sicurezza energetica, la competitività economica e le spese per la difesa, soprattutto in un contesto di crescenti rischi geopolitici. Questo cambiamento potrebbe influenzare l’equilibrio del cosiddetto “trilemma energetico”, che comprende la sicurezza energetica (approvvigionamento affidabile), l’equità energetica (accessibilità economica) e la sostenibilità ambientale (riduzione dell’impatto ambientale).

L’impatto economico della transizione energetica

L’aumento del debito pubblico durante la pandemia di COVID-19 e l’incremento dei prezzi energetici hanno ridotto lo spazio fiscale per molti governi. Anche se i bassi costi di finanziamento hanno permesso a molte economie avanzate di mantenere deficit elevati, le condizioni potrebbero peggiorare. I governi, indipendentemente dalla velocità della transizione energetica, dovranno affrontare costi significativi: mantenere i sussidi ai combustibili fossili è oneroso e non sostenibile, mentre accelerare la transizione potrebbe generare malcontento tra gli elettori.

Nuove sfide e priorità di spesa

La guerra in Ucraina ha spinto molti governi, soprattutto europei, ad aumentare le spese per la difesa, sottraendo risorse ad altre priorità, inclusa la transizione energetica. Nei mercati emergenti, lo sviluppo economico rimane una priorità, ma la domanda crescente di energia pulita richiede infrastrutture adeguate e accesso alla tecnologia, ostacolati però da limitazioni fiscali.

Inflazione e costo della vita: ostacoli alla transizione energetica

L’inflazione e i prezzi energetici elevati stanno creando sfide significative, in particolare per le famiglie a basso reddito, che spendono una quota maggiore del loro reddito per l’energia. Questo scenario rischia di rallentare la transizione energetica, poiché politiche mal progettate potrebbero peggiorare l’accessibilità economica. Le misure fiscali adottate da molti governi dopo l’invasione russa dell’Ucraina hanno mitigato parzialmente l’impatto, ma la pressione sull’elettorato resta alta.

Implicazioni sociali e polarizzazione politica

Con l’avanzare della transizione energetica, le questioni sociali legate alle politiche climatiche diventano sempre più evidenti. Le famiglie a basso reddito, più vulnerabili all’inflazione, potrebbero subire gli effetti negativi di un aumento dei prezzi energetici. Questo potrebbe spingere i governi a evitare ulteriori regolamentazioni ambientali, rallentando così la transizione energetica.

Sicurezza energetica e dipendenza dalle importazioni

L’aumento dei prezzi energetici nel 2022-2023 ha evidenziato l’importanza di garantire un approvvigionamento energetico stabile e a prezzi accessibili, rinnovando l’attenzione sulla sicurezza energetica. La dipendenza dai paesi europei dalle importazioni energetiche e la crescente domanda dei paesi in via di sviluppo potrebbero, tuttavia, accelerare la transizione verso energie rinnovabili, spinti dai costi elevati dei combustibili fossili che incentivano misure di efficienza energetica e investimenti in fonti di energia più sostenibili.

kore

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