CSR MAGAZINE
17 Gennaio 2023
Rating ESG: uno sguardo alle aziende italiane
Il Rating ESG è un indice di valutazione della sostenibilità di una realtà imprenditoriale. Ricavato dalla disamina delle attività e delle iniziative intraprese da un’azienda in tema di parametri ESG (ambiente, sociale e di governance), permette di dare il giusto peso alla sostenibilità delle imprese, certificandone la solidità.
Una valutazione di sostenibilità
Detta anche Rating di sostenibilità, la valutazione tiene conto, appunto, delle azioni messe in atto per salvaguardare l’ambiente, preservare e garantire una società equa e tenere in salute i conti economici. La sostenibilità ambientale fa riferimento a tutte le misure predisposte per minimizzare, o azzerare, i fattori di rischio per l’ambiente. Si parla, dunque, di quelle iniziative per ridurre le emissioni inquinanti e gli sprechi, con l’obiettivo di ottimizzare l’efficienza energetica e spingere verso una gestione green delle risorse.
La sostenibilità sociale, invece, mira a migliorare qualitativamente l’ambiente di lavoro, internamente ed esternamente, per garantire ottimali condizioni di salute e sicurezza sul posto di lavoro, rispettare i diritti umani, evitare discriminazioni di ogni tipo, in un processo verso una piena inclusione e responsabilità sociale condivisa a tutti i livelli della propria realtà.
Infine, in tema di sostenibilità di governance, l’attenzione si sposta sulla gestione vera e propria dell’impresa, dal punto di vista etico e della trasparenza riferito agli obiettivi, le lavorazioni, le policy e la valorizzazione del capitale per perseguire la sostenibilità anche dal punto di vista delle decisioni e degli investimenti lungo l’intera catena di approvvigionamento.
L’obiettivo del Rating ESG
L’obietto del Rating ESG è quello di portare le aziende ad abbracciare sempre più i principi di sostenibilità. In tal senso, le imprese devono essere in grado di: creare valore duraturo per se stessa e per tutti gli stakeholder; valutare le scelte di business analizzandone gli impatti e i risultati; comunicare in modo trasparente e misurabile le conseguenze e gli effetti delle proprie iniziative di sostenibilità su ambiente, società e governance (ESG).
Grazie a ciò, le imprese riescono a divenire realmente sostenibili, vedendo nel tempo crescere le proprie competenze e opportunità di attrarre investitori e nuove lavorazioni, grazie a un livello di innovazione in costante aggiornamento. Inoltre, si riducono i costi, si migliorano i rapporti lungo l’intera supply chain, si stimola positivamente il proprio capitale umano senza, ovviamente, dimenticare la riduzione dell’impatto ambientale.
In prima battuta, raggiungere un elevato Rating ESG garantisce alle aziende la capacità di misurare al meglio le proprie performance di sostenibilità e di farlo in modo continuativo, prendendo in esame parametri tangibili di efficienza e produttività. Le imprese vedono poi migliorare il proprio posizionamento sul mercato e accrescere il proprio appeal commerciale, così come risvolti positivi si ottengono alla voce corporate reputation, contenendo costi e sprechi.
Rating ESG e imprese italiane
Ma com’è la situazione per le imprese italiane? Prendendo in esame le prime cento società quotate in borsa che hanno prodotto la relazione di sostenibilità 2021 e le prime cinquanta non quotate, l’Integrated governance index 2022 ha rivelato un trend di crescita per le imprese del tecnologico, anche se la maggior parte di esse opera in settori i quali quello finanziario, quello energetico, dei servizi e industriale.
Analizzando le valutazioni dei dati raccolti con la survey, sottoposta a circa trecento imprese, si scopre come il Rating ESG copra il 62% delle società dell’Ftse Mib e la metà delle prime cento società quotate in borsa. In testa alla graduatoria trovano posto realtà come Hera, Eni e Snam, seguite da Enel, Saipem e Poste Italiane. Chiudono la top ten Generali, Unicredit, Iren ed Erg. Tra le non quotate spiccano, invece, Astm, Bnl e Crédit Agricole Italia.
Stando alla classificazione nelle quattro fasce di sviluppo dell’ESG redatte da ET.group, il 22% delle società in graduatoria rientra nelle top performer, il 30% sono, invece, società leader. Il restante 48% è spartito tra livello conscious e builder. In riferimento a molte tematiche, però, le risposte fanno trasparire ancora una situazione poco “istituzionalizzata” e mirata, rivolta più al generale che al particolare. Occorre, dunque, ancora percorrere molta strada per veder crescere il Rating ESG delle imprese italiane, ma il futuro non può che andare in quella direzione.